L’addio in silenzio


«La cosa peggiore è quando i familiari realizzano che non vedranno mai più i loro parenti, deceduti in casa di riposo e ospedali dopo settimane in cui le visite erano sospese per l’emergenza». Fabiana Cialdella consigliere nazionale della FENIOF (Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri),  insieme a Maria e Stefania titolari dell’impresa La Prece, impresa funebre da tre generazioni, vive insieme al personale questa emergenza con compassione, per queste famiglie che non possono elaborare il lutto attraverso la preghiera e la partecipazione.

 

La situazione tragica in Lombardia ci fa pensare.

Si esige una maggiore attenzione da parte dello Stato e  di tutte le regioni perché le immagini delle bare in chiesa a Bergamo hanno fatto il giro d’Italia, e il settore che rappresento è a un passo dal collasso. Ed è per questo che insieme alle le associazioni di categoria delle Imprese Funebri Italiane abbiamo scritto una lettera indirizzata alle maggiori autorità, comprese quelle della Città e della Regione, per affrontare quotidianamente e  con uniformità questa situazione di emergenza italiana.

Il personale delle onoranze funebri, come gli operatori sanitari, entra e esce dagli ospedali e case di riposo senza dimenticare i decessi nelle private abitazioni dove senza certezze mandiamo i nostri dipendenti a vestire i defunti. E i DPI ? Le mascherine adatte sono introvabili e se reperite a prezzi oltre il pensabile….

Le regioni devono garantire al settore onoranze funebri le stesse agevolazioni utilizzate per il settore sanitario. Perché nessuno al momento ci sta rispondendo e le mascherine, come le altre dotazioni, ce le stiamo procurando da soli.

Vale a questo punto ringraziare l’iniziativa dei singoli comuni o Asl che stanno cercando di venire incontro alle esigenze che l’emergenza produce a causa delle regole dei documenti e della burocrazia incompatibile con tale situazione. Ma ciò che necessitiamo è maggiore chiarezza e risposte anche tramite le  nostre associazioni di categoria nazionali.

L’emergenza influisce anche sulle reazioni dei congiunti perché non siamo ancora in grado di dare risposte certe in quanto non abbiamo ancora ricevuto chiare linee guida in tutto questo marasma.

Non saremo eroi come i medici e gli infermieri che curano i malati, ma il rischio è che sia il settore funebre che famiglie non trovino pace neppure dopo che il virus si è portato via i loro cari.

 

 

Questo articolo su “La Stampa” del 14 marzo 2020 ci aiuta a capire meglio la situazione nazionale.